di e con
Yousif Latif Jaralla
mio avo andava su mulo, mio padre prendeva l'autobus, e mio figlio sposta il mondo con untasto di mouse; non riesco ad immaginare di che cosa sarà capace il mio nipote. sarà un demone; peggio ancora il nipote del mio nipote; quello non avrà bisogno del computer ne di cellulari, non avrà bisogno di nessuna tecnologia, lui stesso sarà una tecnologia pura, una intelligenza superiore. appena gli viene tolto il cordone ombelicale gli verrà installato un micro cip, piccolo piccolo quanto un chicco di riso.... il mio nipote sarà un computer e il mio nome si perderà... i nostri nomi saranno persi e tutti e quanti tristi e disperati come Etana ...
Etana ...
un albero, un serpente, un’aquila e un uomo. L’uomo è Etana e Etana fu il primo fra i gli uomini ad essere scelto come re dopo il diluvio, dopo una lunga e aspra disputa tra le gerarchia degli Dei, come ci riferiscono le antiche notizie. Etana è un uomo retto e un re giusto e con un gran dolore: poiché non ha discendenza e non potendo avere dei figli il suo regno e il suo nome rischiano di perirsi. Il dio Shamsh, vedendo la pena e di Etana, ascolta le sue straziante preghiera e gli permise di entrare nei cieli degli dei per procurarsi la pianta della procreazione. Il re intraprende il viaggio servendosi di un’aquila che scontava la sua pena per aver rotto un patto d’amicizia con il serpente stipulato davanti al dio Shamsh.
Etana è il primo mito della trilogia babilonese della vita e della morte e dell’immortalità, ovvero “Etana” “Adapa” ”Gilgiamesh”(la trilogia completa andrà in scena estate 2007). È un mito sull’amicizia, sulla giustizia, sull’amore e il perdono. Un affascinante viaggio nel antico immaginario creativo dell’umanità. E un viaggio nel cosmologia, nei sogni e nei visioni e anche nei codici e nei valori sociali dei nostri antenati.
Un albero, un serpente, un’aquila e un uomo e il potente dio shamsh sono i personaggi del mito. La Mesopotamia è il luogo delle vicende e tutto accade negli anni successivi al diluvio.
Lo spettacolo propone un tipo di teatro di narrazione inedita: è quello di incrociare ritmi narrativi orientali con il teatro dell’ombra. narrazione e ombre sono accompagnate e sorrette dai suoni del tamburo del narratore e dei sempre più imprevedibili suoni del contrabbasso di Lellio Gianetto che da anni sperimenta nuova sonorità.