Testo e narrazione, tamburo:
Yousif Latif Jaralla.
Said Benmsafer: Oud
Riccardo Palumbo: Violoncello
Dai villaggi africani fino a Lampedusa, dal Kurdistan iracheno fino al canale di Otranto, il tragitto tortuoso della speranza di tanti uomini e donne che tentano di raggiungere un “paradiso” con un grande e semplice sogno nel cuore: potere rinascere – ricominciare a vivere a riprendersi i propri destini in altrove terrestre, lontano dalle guerre, dalla fame, dalla persecuzione e dalla morte. Non e' cosi facile, non è cosi scontato: Ci sono frontiere, ci sono leggi, e c'è il mediterraneo. Il Mediterraneo, madre di tanti popoli, trasformato in cimitero da quelle leggi disumane in nome della salvaguardia dell'identità nazionale.
Nel Mediterraneo si fa una pesca strana: piu che pesci si pescano cadaveri. Ahimè, sono i resti di quel sogno grande e semplice.
"Il cantastorie iracheno Yousif Latif Jaralla,uno dei pochi cantori stranieri che vivono in Europa,racconta con uno stile narrativo personale: una modalità fatta di ripetizione incalzante di parole e di suoni. Un mosaico sonoro capace di trascinare gli ascoltatori in una dimensione irreale di forte esperienza emotiva".
Con “ Il cuore in una barca ” Jaralla ci pone dinanzi ad un mosaico fatto di nomi, di volti e di tante storie che sfiorano l’assurdo. Un mosaico testimonianza della crudeltà e del fallimento di una società moderna il cui benessere e avanzamento tecnologico si contrastano con la sua miseria umana e spirituale.
Partendo dalla metafora al reale, “Il cuore in una barca di carta” intreccia tre storie di donne che tentano di attraversare il Mediterraneo. La prima attraversa tutto il deserto africano per salvare la figlia gravemente malata. La seconda si ferma al primo campo alla frontiera libica. Della terza, arrivano solo i suoi indumenti e fotografie.