Giorno dopo giorno, notte dopo l'altra, Shahrazad raccontava storie, e raccontava per riscattare la sua vita, sapendo, sino dall'inizio della sua vita non sarà salva se non salva prima la vita il suo carnefice, il sultano, liberandolo dalla rabbia e dall'odio e dalla cecità della vendetta che albergavano nel suo animo dopo il tradimento di sua moglie, e a tale scopo, Shahrazad, gli costruì attorno un mondo congegnato di una moltitudine d labirinti intersecati, popolati di esseri di straordinaria bellezza e di rare meraviglie, sapeva che, solo, facendolo viaggiare nell'infinità della bellezza e perdersi nello stupore e addestrarlo all'amore e alla conoscenza potrà afferrare la sacralità del vivere, la sacalita del perdono.
Giorno dopo giorno, notte dopo l'altra, viaggiando nei meandri dei labirinto Shhrazad donò al sultano le saggezza di antichi re, potenti magi, poeti, mendicanti , autentici amanti e di esseri sopranaturali. Al risveglio Shariara si guardo e vide come è lontano il tempo del suo odio, e tutto questo merito del dono e del atto magico del raccontare.
Le 11 notti di fuoco e di gelsomino vogliono ripercorrere 11 camere nei vari labirinti narrativo di Sharazad per toccare gli snodi dell' intelligenza e della forza che governano l'istinto di un uomo.
“Il cieco di Baghdad” è una storia dentro una storia,dentro un’ altra ancora; io che narro la storia di mia nonna mia nonna che narra la storia Shahrazad, Shahrazad che narra a Shahraiar una storia sulla cecità e l' ingordigia umana.